Qualcuno volò sul nido del cuculo è il celebre film del 1975 diretto da Milos Forman che denuncia il disagio e la sofferenza dei pazienti all’interno di un ospedale psichiatrico statale negli USA negli anni '60. Soltanto pochi decenni fa la dura repressione del comportamento spontaneo e l'allontanamento dei «pazzi» dalla società erano la regola di fronte alla malattia mentale. Nei manicomi finivano non soltanto persone sofferenti di disturbi veri e propri, ma anche molti «diversi», emarginati dalla società: portatori di handicap, senzatetto, appartenenti a minoranze etniche e, in qualche caso, criminali sfuggiti alle maglie della legge simulando la sofferenza psichica o ritenuti ineducabili e incapaci di agire diversamente.
Il film inizia con l’arrivo nella struttura ospedaliera di Randle Patrick McMurphy, un uomo con diversi precedenti penali che decide di fingersi pazzo per evitare la galera a seguito di un nuovo reato commesso. Concorda quindi con il primario della struttura un periodo di osservazione perché le autorità certifichino il proprio disturbo mentale. Una volta dentro, McMurphy cercherà di ribellarsi alle rigide regole del contesto, animando alcuni pazienti ad opporsi al trattamento disumano che subiscono ogni giorno. Proprio per questo McMurphy si scontrerà da subito con la severa caporeparto Mildred Ratched, e il periodo che vivrà all’interno del manicomio di Salem non si rivelerà così leggero come aveva pensato...
L’infermiera Ratched mette in atto con distacco emotivo e scrupolosità regole e protocolli terapeutici ignorando giorno dopo giorno l'esperienza dei pazienti: i loro desideri, paure, ragioni, fragilità, diritti. Un perfetto esempio di mancanza di empatia, quello di Ratched, che sente di stare facendo «bene» il suo dovere seguendo alla lettera le regole incurante della visibile sofferenza che provoca agli altri.
Se si cerca di svolgere un’analisi personologica dell’infermiera Ratched si può notare come quest’ultima presenti degli aspetti antisociali/psicopatici, questo poiché nelle diverse situazioni sopra riportate si evince come non si assuma la minima responsabilità di ciò che il suo comportamento rigido e autoritario causi verso i pazienti, con annessa assenza di rimorso o sensi di colpa nei confronti di questi ultimi.
Altre analisi personologiche su questo personaggi hanno ipotizzato la presenza di tratti ossessivo-compulsivi di personalità, che identificano un modello generale di preoccupazione per l'ordine, il perfezionismo, un'eccessiva attenzione ai dettagli, il controllo mentale e interpersonale e la necessità di controllo sul proprio ambiente, a scapito della flessibilità. I rituali vengono eseguiti al punto da escludere le attività ricreative e le amicizie.
Dopo il successo riscosso dal film, a settembre è arrivata su Netflix la serie Ratched di Ryan Murphy, ispirata al personaggio appunto di Mildred Ratched e dove vengono raccontate le sue origini.
Ratched è ambientato nel 1947, e vede l'infermiera Mildred giungere in California per prendere parte a un team che porta avanti il progetto di un centro d’eccellenza per la salute mentale, dove si mettono in pratica nuove e discutibili tecniche per lo studio e la cura della mente umana. Mildred riuscirà a presentarsi in maniera impeccabile, riuscendo a farsi strada nel nuovo ambiente di lavoro, travolgendo chiunque le sbarri il cammino. Non tutti però cederanno di fronte alle sue manipolazioni e ricatti.
Dopo aver visto la serie, devo dire che ben poco è rimasto del personaggio memorabile del film: troviamo l’ambientazione psichiatrica e alcuni tratti psicologici dell’infermiera, che però nella serie danno vita a un'opera che si discosta totalmente da Qualcuno volò sul nido del cuculo, soprattutto per il risultato finale che non regge il confronto con l’opera di Milos Forman, ma nemmeno colma le aspettative di chi aveva accolto con entusiasmo le premesse della serie.
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