Esther Perel è psicoterapeuta della coppia e autrice di numerosi bestseller tradotti anche in italiano, come: Mating in captivity (che tratta del sesso all’interno delle relazioni monogame), Così fan tutti e The state of affairs (che tratta dell’infedeltà). Conduce anche il podcast Couples in lockdown, in cui trasmette le sedute di psicoterapia che tiene con alcune coppie italiane, belghe e americane, cercando di supportarle in questo particolare periodo.
Di recente la Perel è stata intervistata su temi riguardanti la vita della coppia durante l’emergenza e ripartenza: l’importanza di avere una routine, il rispetto degli spazi personali, la sessualità, le faccende domestiche, il litigare in maniera costruttiva, l’infedeltà, tra gli altri.
Confini, routine e rituali
L’autrice sottolinea come oggi ci si aspetti troppo dal proprio partner: l’altro/a dovrebbe essere il nostro migliore amico, il nostro amante, il nostro psicoterapeuta, dovrebbe aiutarci nella cura dei figli e... essere anche il nostro lavapiatti. L’arrivo della pandemia ha amplificato l’esigenza di fare affidamento sui nostri compagni. Secondo la Perel è essenziale che in questo momento, specialmente quando si ha a fianco una sola persona, si creino confini, routine e rituali. Dobbiamo tutti sforzarci di tenere ben separati, ad esempio:
- l’orario degli impegni e il tempo libero;
- la settimana lavorativa e il fine settimana, da dedicare invece alla casa e al riposo;
- il tempo da dedicare alla famiglia e il tempo da dedicare a se stessi;
- i momenti in cui essere attivi e quelli in cui finalmente fermarsi per un po’.
Per questo motivo, in questo momento la creazione di routine è fondamentale, poiché dà struttura e porta un senso di ordine in un mondo che ora risulta incerto.
Riconoscere e apprezzare l’impegno del partner
Esther Perel sostiene che le coppie, stando in casa, hanno l’opportunità di vedere il lavoro e le faccende che il partner svolge ogni gioeno e che prima si davano per scontate.
Diventa dunque visibile ciò che prima non lo era affatto: «Chi pensavi facesse il bucato durante la settimana o pulisse i bagni?» Oppure: «Ora capisci che il mio lavoro richiede di avere costantemente il cellulare in mano».
Sono due gli atteggiamenti che questa inaspettata visibilità comporta: o diviene fonte di interesse per ciò che il partner fa e nascono sentimenti di apprezzamento nei suoi confronti, alimentando una connessione reciproca più profonda, oppure porta ad un arroccarsi sulle proprie premesse e contributi, riproponendo continuamente ciò che si è fatto e recriminando all’altro la sua mancata collaborazione. In questo modo però non si otterrà l’aiuto che si desidera ma si arriverà soltanto ad accrescere la conflittualità.
Gestire il conflitto con il partner
Le coppie litigano, per definizione.
È un continuo passare attraverso momenti di armonia, disarmonia e aggiustamento.
Visto il periodo che stiamo attraversando, dopo un litigio diviene quasi impossibile allontanarsi e lasciare fisicamente per un po’ la propria abitazione per poter sbollire, riflettere o sperimentare un sano «distacco» dall’altro.
Il conflitto va quindi affrontato e, per quanto possibile, ciò va fatto nel migliore dei modi.
A seguito di un litigio è importante:
➡️ Evidenziare i lati positivi del proprio partner prima di esporgli per l’ennesima volta l’elenco di tutti quelli che sono i suoi difetti e lati negativi. Questo è utile affinché non venga dato per scontato ciò che l’altro svolge di positivo e di buono. Dopo aver «sbollito» la rabbia, potresti iniziare dicendo a te stessa/o: «Quali sono le cose che lui/lei ha fatto e che posso apprezzare?»
È una modalità comunicativa molto potente: elenca prima le cose che apprezzi prima di lamentarti. Prova a elencare per primi i 10 punti «Sì» e soltanto dopo i 10 punti «No» nel vostro rapporto. La discussione prenderà una piega molto diversa, più costruttiva!
Il rischio altrimenti è quello di evidenziare ciò che non va e di minimizzare tutto ciò che invece funziona. Tutto ciò che vi è di negativo viene attribuito all’altro/a, mentre i suoi contributi sono ignorati.
➡️ Rimanere concentrate/i sulla questione di cui si discute. Se volete parlare dei piatti da lavare, non finite col parlare di cinque cose diverse, alcune delle quali magari risalenti ai mesi scorsi. Focalizzatevi su quello che vi disturba in quel preciso momento.
➡️ Fare una richiesta e non una semplice protesta. Dite al vostro compagno «Mi avresti molto aiutata facendo questa cosa… contavo su di te… possiamo concordare che te ne occuperai entro l’ora di pranzo?»
➡️ Essere strategici e pragmatici: discutete non soltanto per sfogarvi, per quello avete le amiche o gli amici. Con il vostro partner invece dovete puntare a un cambiamento nell’interesse di entrambi.
Migliorare la propria relazione durante la crisi COVID-19?
Esther Perel afferma che tutto ciò che può essere motivo di attrito per le coppie in questo momento avviene per via dello stress che entrambi i membri si stanno trovando a sperimentare per una situazione di cui non hanno il controllo.
Tutto questo è normale.
Invece di litigare, darsi le colpe a vicenda e capire chi è il peggiore dei due, sarebbe meglio ammettere di trovarsi in uno stato di stress e al posto di vedersi come due entità separate come «io» e «tu» passare insieme al «noi».
«Cosa ci sta facendo tutto questo? Di cosa abbiamo bisogno “noi” in questo momento?». È meglio se si riesce a pensare a quella terza entità chiamata relazione e fare determinate cose, poiché la relazione ne ha bisogno, anche se non è quello che primariamente «l’io» o il «tu» vorrebbero: questo riuscirà a darci un quadro molto più fiducioso.
Un esempio: suddividere i ruoli e le faccende domestiche nella coppia.
Si può esordire dicendo: «So che entrambi abbiamo molte cose di cui dobbiamo occuparci. Possiamo sederci e fare una suddivisione dei ruoli?»
Invece di puntare a una suddivisione al 50% dei compiti, Esther Perel suggerisce di proporre di fare proprio quelle cose che il partner non ama particolarmente fare: «io posso cucinare e pulire i piatti, ma ti chiedo di occuparti della raccolta differenziata e del portare fuori lo sporco», oppure «tu vai a lavorare mentre io tengo il bambino a casa, ma organizzati da lasciarmi un pomeriggio completamente libero per me stessa».
Spazio per l’intimità
Si dice scherzando che questa quarantena porterà a un boom di nascite tra nove mesi… ma come si fa a ritagliarsi uno spazio per l’intimità di coppia quando si è chiusi assieme ai figli, agli animali domestici, al telelavoro, ecc?
Non è soltanto la distanza fisica ad alimentare la passione: provate a ricreare degli spazi «mentali» ed emotivi simili a quelli che si osservano nei bambini mentre giocano. I più piccoli non hanno bisogno di uscire di casa per diventare improvvisamente il capitano di una nave o l’ufficiale di una fortezza o il conducente di un camion.
I bambini «vivono» un personaggio e, da quella «modalità di gioco», attraverso la loro immaginazione, trascendono tutti i confini e i limiti fisici. Esther Perel afferma che lo stesso può avvenire con l’immaginazione erotica. La scelta di interpretare un personaggio può essere la versione per adulti del gioco infantile.
L’infedeltà
Secondo la Perel l’infedeltà non è cambiata molto da prima della quarantena. Sappiamo che in molti attualmente trascorrono parecchio tempo con il porno su Internet. Se si considera questa un’infedeltà o una modalità dell’infedeltà, allora sicuramente ce n’è tanta.
Le persone hanno la possibilità di incontrare fisicamente i propri amanti? No, molti non lo possono fare. Ma hanno accesso online e possibilità di collegarsi con svariate altre persone in qualunque momento. E lo possono fare anche stando a casa con il proprio partner.
Questa è la caratteristica dell’infedeltà ai nostri tempi: si può avere una storia con qualcuno anche mentre si è sdraiati a letto accanto al proprio compagno. Le storie extraconiugali hanno sempre dimostrato che quando all’attrazione personale si frappongono degli ostacoli, quella storia diventa ancora più eccitante. Chi non può incontrarsi immediatamente sogna, fantastica, ci si stuzzica e le emozioni diventano più intense.
Per tale motivo, anche qui la coppia può prendere due direzioni: da un lato le persone possono appunto disconnettersi dai loro partner e cercare stimolazione in opportunità esterne, dall’altro invece la coppia può decidere di darsi l’opportunità di ri-connettersi scollegandosi dai propri interessi esterni, ri-scoprendosi e magari condividendo nuove fantasie e giochi.
Passi indietro e passi avanti
C’è poi il caso di quelli «tornati insieme» nel periodo di quarantena o subito dopo, nell’attuale fase di ripartenza, a seguito di un momento d’interruzione del proprio rapporto.
Prima dell’emergenza COVID-19 molti magari si trovavano in una situazione di «scacco», rimbalzandosi le proprie responsabilità di coppia.
Il virus ha preso la decisione per entrambi evitando che vi fossero vincitori o vinti in questa disputa. Nessuno ha dovuto abbassare la testa o sentirsi in colpa per tornare assieme. E una volta tornati assieme assaporano il piacere della compagnia e condivisione in momenti di incertezza.
Le difficoltà e l’isolamento tante volte enfatizzano il lato positivo del ritrovarsi.
In periodi di particolare crisi, disastro o emergenza, la gente tende a rivedere le proprie priorità, finalmente abbandonando tutto ciò che è superfluo. Sono periodi che accelerano questo tipo di processo.
Molti stanno prendendo finalmente delle decisioni: sistemarsi lavorativamente, fare un figlio, ottimizzare il proprio tempo, rivedere le proprie spese, costruirsi sicurezze per le evenienze future, cambiare partner. Si scopre che ci possono essere ancora tantissime falle da tappare nella propria vita ma che là fuori ci sono anche tantissime possibilità inesplorate. Questi sono aspetti di cui si sente parlare molto meno rispetto a quelli negativi in questo periodo.
Dal punto di vista delle nuove relazioni, se prima i rapporti sentimentali iniziavano spesso in maniera mediata dalle app che facilitavano subito nuovi incontri, ad oggi le nuove coppie che vengono a costituirsi, spesso ancora grazie alle app e Internet, sono caratterizzate da conversazioni più personali e prolungate, essendo limitato il passaggio all’incontro fisico.
Visto anche il periodo di crisi ci si chiede come una volta: «Come stai?», «Sei al sicuro?», «Come sta la tua famiglia?». E questo è sicuramente un aspetto positivo dell’isolamento. In questo momento non c’è il rischio di incontrare una persona di cui non si sa niente e stanno nascendo storie maturate grazie ad una conoscenza maggiormente approfondita dell’altro.
Interessi, spazi personali e privacy nostra e del partner
Alla psicoterapeuta viene riportato un esempio di una coppia sposata, dove il marito trae piacere dal suonare il banjo, mentre la sua compagna non condivide la sua passione poiché infastidita dal suono dello strumento. Stando sempre insieme all’interno delle mura domestiche, lei non riesce a sfuggire al rumore. Eppure, per il marito, suonare è una valvola di sfogo e momento di espressione personale.
Cosa dovrebbero fare?
A tal proposito Esther Perel afferma che se si inizia a parlare al proprio partner con toni aggressivi, allora ciò che si otterrà sarà una conversazione conflittuale. Ma se si esordisce dicendo: «Capisco perfettamente che questa è la tua passione e sono felice che possa darti un po’ di sollievo, ma per quanto io sia contenta per te, vorrei trovare comunque delle soluzioni affinché non diventi lo strumento che devo ascoltare tutto il giorno». In questo modo, la coppia potrà concordare in quali momenti è meglio coltivare le proprie passioni e in quali momenti è opportuno non farlo, rispettandosi a vicenda.
È fondamentale per la salute della coppia avere spazio per se stessi e spazio con altre persone che non sono necessariamente siano da condividere con il proprio partner, ad esempio serate tra sole donne o soli uomini.
Un esempio particolarmente calzante in questo momento riguarda le sessione di terapia online. Sono momenti assolutamente privati, così come le conversazioni, i messaggi, le chat con i tuoi migliori amici. Per tale motivo l’altro membro della coppia dovrebbe concedere al partner i propri spazi e rispettare la sua privacy.
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